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Migranti, Svezia al primo posto

Mentre la  Svezia conquista il primato di migranti che richiedono asilo in Europa, ad oggi oltre 74.000, l'Unione europea si prepara a rimpatriare nelle prossime settimane oltre 400mila migranti  che non hanno ottenuto lo status di rifugiati.

La Svezia si avvia  a registrare il record assoluto di richiedenti asilo su base annua: secondo l'agenzia governativa per l'immigrazione, dal 1 gennaio scorso a tutto ieri se ne sono infatti già contati oltre 74.000, cioè un numero superiore alla stima ufficiale per l'intero 2015, indicata un paio di mesi fa. La proiezione conseguente è dunque che per fine anno sarà superato il tetto delle 84.000 unità risalente al 1992, in piene guerre balcaniche. Nel 2014 furono complessivamente 81.000. Solo in settembre l'asilo è stato chiesto da più di 24.000 persone, spesso fino a un migliaio il giorno, superando così il doppio della cifra relativa ad agosto. La maggior parte dei nuovi arrivati sono siriani, pari a un terzo del totale, seguiti dagli afghani. L'entità del fenomeno è tale che, nel bilancio 2016, per finanziare accoglienza e integrazione sono stati inseriti 40 miliardi di corone, equivalenti a circa 4,26 miliardi di euro, il 4 per cento dell'intera spesa pubblica: la somma potrebbe peraltro aumentare ulteriormente, perché basata su previsioni superate. Il Paese scandinavo è particolarmente ambito a causa delle sue leggi molto liberali in materia. Tuttavia anche la vicina Finlandia, assai meno ricettiva, ha comunque dovuto ritoccare i numeri al rialzo: da trentamila a cinquantamila profughi entro il 31 dicembre.

L'Unione europea si prepara intanto a rimpatriare nelle prossime settimane oltre 400mila  migranti che non hanno ottenuto lo status di rifugiati. È quanto rivela il quotidiano britannico “The Times”, secondo cui il piano passerebbe anche dalla minaccia di ritirare gli aiuti e sopprimere gli accordi commerciali e quelli sui visti ai Paesi di partenza, fra cui Niger, Mali, Somalia, Etiopia ed Eritrea, se non accetteranno il rimpatrio dei loro cittadini. Il piano prevede che gli Stati Ue possano ricorrere alla detenzione preventiva di migliaia di migranti economici per prevenirne la fuga in attesa dell'attuazione del decreto di rimpatrio. Secondo il piano, i Paesi europei che non rispetteranno le indicazioni sui rimpatri potranno subire l'avvio di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea.