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Omossesualità e Cattolicesimo

Nel Sinodo “a porte aperte” la Chiesa dibatte le sfide della famiglia in una umanità ferita e affronta con il vademecum la piaga delle relazioni omosessuali con valutazioni rivolte anche al parlamento cattolico.

         L’evento che la Chiesa sta vivendo in questi giorni all’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi è incentrato su tre argomenti di grande attualità: il dramma della solitudine, l’amore tra uomo e donna e la famiglia, ovvero il tema della  vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Un Sinodo che dovrebbe favorire il grande impegno del Pontefice nell’avvicinare maggiormente gli esseri umani alla Chiesa. Una Chiesa con le porte aperte, spesso dimenticata dai suoi predecessori, pronta ad accogliere chiunque bussi chiedendo aiuto e sostegno; capace di uscire dal proprio recinto verso gli altri con amore vero, per camminare con l’umanità ferita, per includerla e condurla alla sorgente della salvezza. “Una chiesa, secondo il Papa, che di fronte a queste situazioni tiene le porte chiuse tradisce sé stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera”. Papa Francesco  si sofferma sulla piaga della solitudine, "dramma - dice - che ancora
oggi affligge tanti uomini e donne. Penso agli anziani abbandonati perfino dai loro cari e dai propri figli; ai vedovi e alle vedove; ai tanti uomini e donne lasciati dalla propria moglie e dal proprio marito; a tante persone che di fatto si sentono sole, non capite e non ascoltate; ai migranti e ai profughi che scappano da guerre e persecuzioni; e ai tanti giovani vittime della cultura del consumismo, dell’usa e getta e dello scarto".
Nell’affrontare le sfide sulla famiglia nel Sinodo, si parla dell’amore tra uomo e donna che si uniscono nell’unità e nella indissolubilità del matrimonio, un dibattito molto sentito dai Padri sinodali sulle problematiche della famiglia e il rapporto con la Chiesa. Altri temi di grande interesse per tutta la Comunità cattolica, l’omosessualità e la pedofilia. Ma cosa dice la Chiesa cattolica con i sì e i no riguardo le unioni gay? Nella chiesa di San Carlo al Corso, a Roma, viene affisso, in bacheca, il vademecum della Chiesa sulle relazioni omosessuali. Questo vademecum pare voglia dare una risposta al recente fatto di cronaca che ha scosso tutto il mondo della Chiesa, con le dichiarazioni del teologo monsignor Charamsa che ha annunciato alla stampa di avere una  relazione con un  compagno e di essere felice. Charamsa coglie l’occasione per sollecitare la Chiesa ad aprire gli occhi sull’amore omosessuale. Rimosso immediatamente da tutti gli incarichi per le sue dichiarazioni, monsignor Charamsa è accusato di voler sottoporre ad un’indebita pressione politica l’assemblea dei vescovi in pieno svolgimento del Sinodo sulla Famiglia.  Il vademecum della Chiesa sulle “relazioni
omosessuali”, con valutazioni rivolte anche al parlamento cattolico, precisa le linee di comportamento che dovrebbero tenere i politici cattolici nei confronti di legislazioni favorevoli alle unioni omosessuali. Sul punto, si osserva che "nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamento cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge". Il vademecum mette nero su bianco che "concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale".

Non sono in discussione i diritti individuali: "la Chiesa - sottolinea il vademecum - dice sì al rispetto della persona omosessuale, alla quale, proprio in quanto persona, si deve dignità, accoglienza, aiuto. Non si può infatti dimenticare che la persona umana, in quanto creata a immagine e somiglianza di Dio, precede e trascende la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale". Il “sì” è rivolto anche "all'educazione e, per quanto possibile, alla guarigione della persona omosessuale", come pure all'avvio di iniziative pastorali concrete a favore dell'omosessuale; alla chiamata alla castità e alla santità dell'omosessuale (questo del resto vale anche per l'eterosessuale)".

I “no” della Chiesa - ricorda il vademecum - sono rivolti "all'approvazione del comportamento omosessuale o della relazione omosex", alla "legalizzazione o all'equiparazione della relazione omosessuale al matrimonio", "ad ogni marchio di ingiusta discriminazione, a ogni eventuale forma di rifiuto, di emarginazione o di disprezzo nei confronti della persona omosessuale".

Nel vademecum si ricorda poi che non possono essere ammessi agli Ordini Sacri gli omosessuali che "compiono atti omosex negli ultimi tre anni prima dell'ordinazione o chi presenta tendenze omosessuali profondamente radicate" o quanti "sostengono la cultura gay".